Kantieri

Odiamo tuo cugino.

Simone Dragonetti
Simone Dragonetti
Marketing Manager

L’altro giorno, in studio, stavamo discutendo su quale tema affrontare nel prossimo articolo del blog.
Come sempre, il nostro processo creativo parte da ciò che viviamo: rivediamo i nostri lavori, parliamo delle esperienze quotidiane e da lì nasce l’ispirazione per una divulgazione onesta, concreta, basata su ciò che sappiamo davvero fare.

Durante la discussione, è emerso un tema interessante: l’intrattenimento.
I contenuti di comunicazione possono essere considerati prodotti di intrattenimento?
Intrattengono davvero?

La Comunicazione B2B

Nel B2B, i contenuti arrivano allo spettatore in diversi modi. In alcuni, un’azienda in cerca di un fornitore può arrivare al vostro sito o alla vostra campagna pubblicitaria. In situazioni come questa, il video deve saper colpire: chi cerca un partner valuterà diverse opzioni, e un contenuto poco incisivo rischia di farvi perdere un’opportunità. In altri casi, il contenuto può apparire in modo imprevisto — su un social o nei risultati di Google. Qui la sfida è ancora più grande: l’attenzione è breve, la selezione altissima.

In entrambe le situazioni, la capacità di intrattenere diventa fondamentale.

Funziona come un baratto: chi guarda offre tempo e attenzione; chi comunica deve offrire qualcosa che valga la pena guardare, in mezzo a un’infinità di proposte sempre nuove. In questo senso, anche i video B2B devono intrattenere — non in modo leggero, ma consapevole. Perché la capacità di catturare e mantenere l’attenzione è ciò che ne determina l’efficacia.

Senza questa componente, ogni contenuto di marketing rischia di passare inosservato.

L’intrattenimento di tuo cugino.

Molte volte ci siamo sentiti dire frasi come: “Il video ce lo fa nostro cugino, ha una fotocamera.”  E, onestamente, ci vengono i brividi.

Oggi produrre un video o una foto è diventato accessibile a tutti.
Un tempo era un privilegio per pochi, ora ogni smartphone ha una fotocamera eccellente.
Ma se lo strumento è alla portata di tutti, il risultato efficace non lo è affatto.

Il tuo amico con la fotocamera — ammesso che la sappia usare correttamente — potrebbe non conoscere tutto ciò che serve per creare un video con uno scopo comunicativo o di marketing.
E la differenza non è nei mezzi, ma nella consapevolezza.

L’intrattenimento

La diffusione degli strumenti ha messo in ombra ciò che distingue un professionista da un amatore: le sfumature, le scelte, la regia invisibile.

Dietro a ogni nostro video ci sono decine di decisioni tecniche e narrative: dalle riprese alla composizione, dai movimenti di camera al posizionamento degli attori.
Ogni inquadratura è pensata per essere lì, in quel momento e in quel modo, per una ragione precisa.
Nulla è casuale.

SGR Bio Ferrara — Caso Studio.

Un esempio?
Il video che abbiamo realizzato per SGR Bioferrara, dedicato al nuovo impianto di produzione di biometano.

Guardandolo, si nota subito un aspetto chiave: la coerenza temporale.
Abbiamo scelto di raccontare l’opera seguendo l’ordine cronologico dei lavori: si parte da un terreno spoglio, si passa ai cantieri, e si arriva al risultato finale.
Così lo spettatore si ritrova “dentro” il processo, accompagnato passo dopo passo fino alla conclusione.

Un altro elemento importante è il ritmo.
I tagli seguono la musica e alternano due linguaggi visivi:

  • i timelapse, che condensano in pochi secondi settimane di lavoro, mostrando l’evoluzione “fredda” e oggettiva;
  • le riprese tradizionali, che invece danno spazio alle persone, ai gesti e al lavoro vivo.

Queste due forme dialogano nel video, con le riprese vediamo scene di lavoro mentre con i timelapse vediamo i frutti di quel lavoro, c’è una relazione molto forte tra le due tecniche nonostante siano completamente diverse. 

E questi sono solo due dei molti aspetti che curiamo: potremmo parlare per ore di color correction (correzione del colore a seconda delle emozioni che si vogliono comunicare), composizione, armonia visiva, ma l’essenza è questa — nulla è mai lasciato al caso.

CONCLUSIONE

Un “video amatoriale” non significa video di scarsa qualità.
Significa un video fatto senza consapevolezza.

Non odiamo nessuno, davvero.
Ma ci piace ricordare che, dietro un buon video, c’è sempre un pensiero, non solo una fotocamera.

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