Pensiamo alla fotografia nel senso più ampio possibile.
Il termine “fotografia” viene dal greco, in particolare da phōs che significa luce e graphé che significa disegno o scrittura.
Quindi alla base della fotografia c’è la rappresentazione della luce. E siccome un video è un susseguirsi di fotografie, anche la cinematografia è luce.
Già da qui si capisce quanto la luce sia fondamentale.
Non è solo un mezzo per evidenziare dettagli o nasconderne altri: è uno strumento di comunicazione vero e proprio.
Attraverso la luce si può trasmettere un messaggio preciso, evocare emozioni, guidare lo sguardo e costruire atmosfera.

LUCE CALDA E LUCE FREDDA
Come sappiamo, ci sono toni caldi e toni freddi. Ma la differenza non è solo nel colore, è anche nell’effetto che provocano.
Nel cinema il contrasto luce calda / luce fredda è una costante. Le luci fredde vengono usate per dare una sensazione di distacco, incertezza, pericolo. Non a caso le troviamo in film drammatici, distopici, thriller, di fantascienza. La temperatura fredda va di pari passo con l’emozione che si vuole trasmettere.
Al contrario, i toni caldi (giallo, arancione, rosso) evocano vicinanza, passione, intimità, amore. E infatti si usano spesso in film romantici, storici, familiari, o che trattano temi legati alle relazioni umane.
Un buon video dovrebbe saper bilanciare entrambe le tonalità: momenti di tensione con luce fredda, seguiti da momenti di sollievo o emozione con luce calda. Questo contrasto rende tutto più vivo e credibile.
INTENSITÀ DELLA LUCE
Non c’è solo il colore: anche l’intensità della luce cambia tutto. Una luce forte, diretta, netta, che crea contrasti marcati tra luce e ombra, trasmette un messaggio più duro e drammatico. Una luce morbida, diffusa, più equilibrata, rende il messaggio più delicato, intimo, naturale.

MANITOWOC / POTAIN
Un esempio concreto di quanto la luce possa cambiare tutto è il video che abbiamo girato per MANITOWOC/POTAIN per documentare l’installazione di un complesso di gru per la demolizione di un grande viadotto in Toscana.
Il video si divide in due macro parti:
La prima parte, quella notturna, trasmette tutta la tensione del momento operativo. Abbiamo usato luci molto intense che creano contrasti forti tra le zone illuminate e quelle in ombra, completamente nere per via del buio. Le tonalità fredde (accentuate anche dalla pioggia, che ha giocato a nostro favore) aumentano la drammaticità delle riprese.
La seconda parte, invece, è girata alla luce del giorno con il drone. Qui i contrasti sono meno marcati, ma ciò che cambia davvero è la temperatura colore: più calda, più emozionante. Serve a celebrare la riuscita dell’opera e a dare un tono epico e positivo alla conclusione del video.
Questo passaggio dalla tensione alla celebrazione è stato gestito interamente attraverso la luce. E ha dato forza e identità al messaggio che volevamo comunicare.
LUCE = STORYTELLING
In conclusione, la luce è uno strumento di storytelling potentissimo. Non solo fa vedere le cose, ma fa sentire qualcosa a chi guarda. Nel nostro caso, ci ha permesso di raccontare le fasi del lavoro: dalla complessità e criticità iniziale, fino al successo finale.